ORIGINI DELL’ ANTICA FIERA DI SAN BARTOLOMEO A BARDI – 24 AGOSTO. VALCENOLANDI

In copertina: Luca Zogno – Antico Mercato

La FIERA DI SAN BARTOLOMEO, la più importante che si svolge a Bardi durante l’anno, a causa della pandemia, quest’anno 2020 non si terrà domenica 24 agosto p.v. ma voglio ricordare comunque la sua antica storia. .Questo importante evento per la vallata del Ceno e per le limitrofe valli piacentine, ha una storia antica. Come si legge dal saggio del professor Riccardo De Rosa: Un Principe uno Stato. Vita di Federico Landi – Centro Studi Val Ceno – 2015 (Libro che consiglio vivamente!!):
“……..Federico tuttavia, oltre che un buon amministratore, era anche, e per certi versi soprattutto, un grande diplomatico, che conosceva molto bene e a fondo l’indole e la mentalità della sua gente. Infatti i bardigiani avevano maturato nel tempo una certa insofferenza per la fiera compianese (si tratta dell’antica fiera di San Terenziano che si tiene a Isola di Compiano n.d.c.) e anelavano ad averne una propria, a maggior ragione considerando il fatto che Bardi, dove c’erano sia la residenza ufficiale del principe che i più importanti funzionari al suo servizio, poteva di fatto considerarsi la capitale dello stato landiano, pertanto era inconcepibile che fosse sprovvista di una fiera. Quando a Landi giunsero voci sempre più allarmate del malcontento che si diffondeva tra la popolazione, con il problema borgotarese sempre aperto, non poteva non tenerne conto e quindi, volendo con questo premiare i suoi sudditi bardigiani per la loro amicizia e fedeltà, istituì, inserendola negli Statuti, una fiera anche a Bardi. Nell’apposito capitolo si legge:
Essendo stati ricercati dalla Mag. Comunità Nostra di Bardi, che vogliamo concedergli una fiera, e gliela habbiamo concessa, con gli infrascritti Capitoli. Si concede alla Nostra Communità di Bardi da farsi ogn’anno, dentro però dal rivo del ponte della Costa di S. Siro, e Pianelli, che non si possa fare nela piazza del castello, per tre giorni continui, cioè il giorno di Santo Bartolomeo, et li doi gg. seguenti, che sono il 24 de agosto et sino a 26 per cada uno anno. Che detti tre giorni sieno esenti da datii et gabelle, et che quelli che intraranno nel borgo de Bardi et sua jurisditione, con robbe, bestiami et mercantie, siano per i tre detti giorni liberi et esenti da datii e non sieno tenuti a denunciar chosa alcuna. Che niuno in tali giorni possa essere detenuto per debiti né citar alchuno per debiti[…]Che in detti giorni sia lecito de alogiar forastieri senza boletini. Che li banchi, che se porranno in Bardi, si lascino tanto larghi, che possino pasare comodamente le bestie cariche per la strada. Che non si possa metter banchi de mercantie ne far hostarie fori del detto loco di Bardi. Che se assecuri la fiera da Soldati su li monti, et anco ne la terra bisognando. Che questa fiera prima de questo anno 1599 si comincino ad osservare li capitoli, et poi per le altre per l’avenire. Che il podestà nostro presente, et futuro, faccia ogn’anno publicare la presente crida et che li sudditi Nostri de Bardi, Compiano, et Borgo Val di Taro et loro iurisditioni possano portar ogni sorte d’arme eccetto le pistole curte.
Da notare lo scatto d’orgoglio, anche se inutile all’atto pratico, con cui Federico rivendicava il perduto possedimento borgotarese, anche se si può star certi che i Farnese fecero di tutto per impedire ai borgotaresi di parteciparvi.
Questa fiera, che si svolge ancora oggi negli stessi giorni descritti dal testo statutario e si incentra appunto sulla festività dedicata dal calendario ecclesiastico a San Bartolomeo, costituì per Bardi ed i suoi abitanti una preziosa occasione per incrementare gli scambi economici con l’entroterra ligure. Notevoli le concessioni fatte dal principe per favorire lo sviluppo della fiera, come il permesso di portar armi anche da fuoco e, soprattutto, l’esenzione da ogni tassa signorile proprio nel momento in cui iniziava la caduta vertiginosa in tutto il nord Italia delle rendite fondiarie signorili che durò per tutto il primo trentennio del XVII secolo. La proibizione di metter banchi ed esporre merci nella piazza del castello è facilmente spiegabile con l’esigenze di garantire la difesa del territorio dato che tra pacifici mercanti e viandanti poteva celarsi qualche spia o provocatore al soldo dei Farnese, che avrebbe potuto carpire informazioni sul presidio e gli armamenti.
ARRIVEDERCI ALLA EDIZIONE DELL’ANNO PROSSIMO 24.08.2021

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