CORREVA L’ANNO 1914 – “..DELLA NECESSITA’ CHE HA BARDI DI ESSERE MESSA IN COMUNICAZIONE CON PARMA. (r)

PER LA BARDI-BORGOTARO E PER LA VARSI-BARDI.

LA GIOVANE MONTAGNA 21 NOVEMBRE 1914

LETTERA APERTA AL DR. LUIGI FOCHI CONSIGLIERE PROVINCIALE  

Il sottoscritto non ebbe il piacere di prender parte al convegno tenuto recentemente a Bardi fra i rappresentanti delle provincie di Parma e Piacenza per discutere sul progetto di strada Bardi-Borgotaro. Se ne avesi avuto notizia in tempo vi sarei intervenuto per fare eco, egregio Dottore, alle sue parole e per rivolgere un rimprovero a quanti che fino a pochi anni fa declamavano su questi monti la necessità della Varsi-Bardi ed ora, con la medesima leggerezza, parlano di una strada Bardi-Borgotaro. Eppure i diritti alla comunicazione stradale con Bardi non sono di ieri, perché se da trent’anni e più Varsi è unita al capoluogo della Provincia per mezzo di una magnifica strada, da egual numero d’anni si parla del prolungamento di questa stessa strada sino a Bardi e della necessità topografica, economica e commerciale che ha Bardi di essere messa in comunicazione diretta con Parma. So bene che così a Bardi come a Piacenza c’è un partito di opposizione alla strada varsi Bardi, perché essa porterebbe il commercio più verso Parma che verso Piacenza: so anche che nel recente congresso di ingegneri delle due provincie non hanno potuto fare a meno di approvare in linea generale, il nuovo progetto Bardi-Borgotaro; è ridicolo però che della agente seria pretenda e dichiari di volere gli interessi di un importante comune quale è Bardi allontanandolo, anziché avvicinandolo dal suo centro topografico e commerciale e affrontando una spesa che ha del favoloso. Infatti lo sbocco naturale di Bardi non è né Piacenza né Borgotaro: esso è segnato dal corso del Ceno che,  passando per Varsi, da luogo allo stendersi di una magnifica valle sino a Fornovo. D’altra parte Piacenza con una grande strada che da Lugagnano, per una lunghezza di 36 km., s’inerpica fino a raggiungere sul Pelizzone l’altezza di 1.080 m. è troppo lontana da Bardi per portarvi un reale vantaggio economico: e Borgotaro, una delle tante inutili sottoprefetture d’Italia non vi porterebbe vantaggio più grande con una comunicazione stradale che da un dislivello di 375 m. salirebbe sul monte S. Donna (attraverso una zona franosa e per u tragitto di più che 30 km.) fino a 1.100 m. d’altezza. Di più: la strada Bardi-Borgotaro, destinata ad allontanare Bardi da Parma centro massimo, per unirla a Borgotaro situato alla periferia, importerebbe la costruzione di due ponti, uno sul Ceno e l’altro sul Noveglia, e una quantità enorme di manufatti lungo il tragitto; mentre invece la strada Bardi-Varsi, che si prolungherebbe per soli 14 km. riallacciando Bardi al suo centro massimo e naturale, importerebbe la costruzione di un solo ponte sul Ceno e due o tre manufatti nel versante piacentino. E’ ridicolo, ripeto, che ad un pubblico convegno si possa ingannare l’opinione degli altri come si è tentato di fare a Bardi, e la cosa non si spiegherebbe se dietro non ci fosse il partito preso. Per questo si applaudì, a Bardi, al progetto della Bardi-Borgotaro; della Bardi-Varsi ne verbum quidem. Solo lei, egregio Dottore, che per una non breve dimora in questi luoghi sa quale enorme vantaggio a tutta un’amena vallata porterebbe la strada Bardi-Varsi, solo lei ha saputo rivendicare i diritti naturali e acquisiti di questo disgraziato paese di questa disgraziata valle. E noi le siamo profondamente grati per tanta sincerità e la preghiamo a voler continuare l’opera. E’ da anni che noi si chiede un po di giustizia distributiva e nessuno ce la rende; poveri iloti dell’Appennino parmense, tutti congiurano ai loro danni morali ed economici: danni  morali perché vedendosi trascurati da chi pur avrebbe il dovere di interessarsi della loro sorte questi montanari si addormentano in una inerzia avvilente; danni economici perché anche se si chiede alla terra il prodotto che essa può dare mancano poi le grandi vie del traffico. E’ tempo che la congiura finisca.

Dott. A. Arata – Arciprete di Varsi

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