Sembrava proprio che a Pinuccio non piacesse andare a scuola. Sua madre non riusciva a capacitarsene, perché sapeva quanto fosse intelligente e si stupiva di come riuscisse a parlar bene in italiano, nonostante in casa si parlasse sempre il dialetto. La maestra la aveva convocata e le aveva parlato di quanto il bambino fosse svelto di pensiero e di linguaggio, ma di quanto poco si applicasse a scuola, nonostante queste capacità. Il padre di Pinuccio si era adirato e lo aveva messo in castigo, chiudendolo in casa con i libri davanti. I libri in realtà piacevano al fanciullo e gli piaceva anche ripetere alla maestra quello che vi aveva letto, così come gli piaceva starla ad ascoltare quando parlava alla classe; quello che proprio non gli riusciva era di starsene seduto al chiuso per tutta la mattinata a ricopiare parole di altri, ma la cosa di cui proprio non era capace era rispettare la regola del silenzio.
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