Fumagalli Vito – La pietra viva. Città e natura nel Medioevo –Bologna – Il Mulino – 1988
“Tutto l’ambiente, il vasto territorio dell’impero fu corroso da un processo di atonia, di mortificazione economica e sociale, le invasioni barbariche accentuarono e accelerarono questa evoluzione. Case e mura andarono in rovina, le molte città scomparvero e i loro resti, disseminati in un paesaggio che assunse l’aspetto di una landa desolata, acquistarono agli occhi di chi li scorgeva una fisionomia paurosa” Questo il paesaggio del primo Medioevo , che riecheggia da vicino il manzoniano “dagli atri muscosi, dai fori cadenti”. Ed è da qui che prende l’avvio la descrizione dell’eterna lotta fra habitat umano e natura, fra uomo e paesaggio che trova preoccupazioni sempre più vive anche ai giorni nostri. In che misura, come e perché l’uomo è intervenuto sul paesaggio , qual è stata l’ideologia che ha dato vita alle città, quali le leggi che, già consapevole dei danni irreparabili, l’uomo si è imposto per frenare se stesso? Ma anche: quale tipo di natura faceva da sfondo al procedere della storia del Medioevo, quali alberi, quali animali? In una sorta di “lungometraggio”, dove le immagini prendono forza dalle parole dei testimoni del tempo, si dipana la storia della vita dell’uomo nel Medioevo.