Anno 1991. Vinco un premio con un disegno fiabesco del Castello di Bardi. Un racconto di Amanda Marzolini

Anno 1991. Vinco un premio con un disegno fiabesco del Castello di Bardi. Un racconto di Amanda Marzolini

Correva l’anno 1991, ero tristissima per aver perso una guida fondamentale da pochi giorni: la nonna Oliva, saggia e amorevole mi parlava come se fossi già grande e in altri momenti mi raccontava fiabe, proverbi, filastrocche, mi insegnava canzoncine, preparava tortelli di erbette e di patate giganteschi. La nonna era la mia guida verso la fantasia ma anche la consapevolezza.

Ho imparato a conoscere il gusto, il giudizio, la natura, il passato attraverso di lei. 

Poco tempo prima era stato organizzato un concorso a Scuola con il Centro Studi Val Ceno, in cui si chiedeva di interpretare con un disegno immaginario, il Castello di Bardi. Lo disegnai con colori chiari e popolato di animali vestiti da nobili. La principessa era un orsa addobbata con fiocchi e vestito rosa. Quel concorso era perfetto per me per dare forma alla mia passione per le fiabe. 

Nei castelli ho sempre immaginato che ci vivessero molti animali assieme alle persone e magari alcuni vecchi saggi e indovini, esperti di astronomia e narratori di leggende, piccoli animali da cortile e grossi animali ammaestrati per fare compagnia o forse da guardia alle principesse e … naturalmente cavalli Bardigiani. Qualche giorno dopo a scuola ricevetti una letterina dattilografata in cui veniva comunicato che avevo vinto per il miglior disegno! Vinsi un kit di colori con pastelli, pennarelli e pastelli a cera, alcuni dei quali conservo ancora oggi. 

L’emozione fu tanta e pensai in quell’attimo che era un segnale della nonna per donarmi un sorriso e coltivare la fantasia e il disegno. Colori per disegnare, da usare a casa e a scuola: ho ancora tantissimi disegni di quegli anni, anzi ultimamente mi è venuto desiderio di ridisegnarli secondo le mie capacità di adulta. Da allora ne ho vinti tanti di concorsi con diversi premi e di diverso genere, esperienze dalle quali ho sempre tratto grande felicità. Penso che i concorsi siano un grande stimolo per la mente umana e che possono delineare nei bambini e negli adulti una buona competitività e creatività in tantissimi settori.

La competitività oggi è ancora mal vista in Italia in molti settore del paese, stigmatizzata perchè legata al tema denaro e fama ma in realtà è condannata poiché la competitività porta a dibattiti, soluzioni e proposte che spesso rompono gli schemi e i cliché ed è in grado di spostare nella società, ad esempio l’individuo, in posizione X a quella A o l’individuo W alla posizione B. La competitività e la competizione stimolano l’ introspezione e anche questo non piace sempre. Mettersi in gioco o partecipare ad un gioco, induce a crescere, dopo tutto la vita stessa è un concorso e un gioco in cui portare, esaltare e dare forma ad un idea, per la quale ti aspetti il premio. Ammettiamolo.

Ed è giusto aspettarsi il premio e giocare per il premio. A volte è bello non aspettarsi di vincere e invece vincere, a sorpresa, come me nel 1991.  Quel primo contatto col Centro Studi, fu seguito dopo molti anni dal mio approccio ai libri editi dalla associazione, di carattere storico e locale, caratterizzati da copertine bianche e dai contenuti preziosi.

Il Centro Studi Val Ceno, è un laboratorio che esalta la storia, porta alla luce perle nascoste di sapere e si basa sulla commistione tra conoscenza e umanità. Questa associazione, oltre ad essere scrigno di cultura bardigiana, ha anche una funzione turistica, pubblicitaria, poiché in ognuno dei libri realizzati, vi sono ispirazioni per escursioni, eventi  ed esplorazioni del territorio di varia natura. 

Mi piacerebbe rivedere un concorso simile a quello del 1991, rivolto a bambini ed adulti.

Coltivate la fantasia e la sua realizzazione.

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