Gelato : speranza oltre i monti. Con il patrocinio del Comune di Bardi ; Centro Studi Valceno; la Famiglia Bardigiana.
Ripercorrendo itinerari socio-gastronomici, il libro vuole recuperare fatti e storie dei tanti valligiani emigrati alla ricerca di un futuro migliore (citiamo, ad esempio, le famiglie Manfredi e Federici che, con grande volontà e duro lavoro hanno costruito importanti realtà in Gran Bretagna). L’emigrazione delle comunità montanare della zona è stata di portata e proporzioni impressionanti – i numeri parlano di una quantità di emigrati equivalente a quella della popolazione residente – e ha riguardato tutti i paesi, da quelli più prossimi al crinale fino alla pianura sottostante. Le mete preferite erano – inizialmente – più “vicine”: Francia, Gran Bretagna (specialmente il sud) e Svizzera (soprattutto per svolgere lavori stagionali). In seguito, invece, cominciarono a prediligere il continente americano, specialmente l’America Latina e gli Stati Uniti.
DALLA PREFAZIONE a cura di Giovanni Spartà
Accademia Italiana della Cucina – Delegazione di Borgo Val di Taro
L’autentico spirito guida dell’Accademia Italiana della Cucina è la divulgazione della cultura e della conoscenza del territorio fatto di persone, luoghi, prodotti e tradizioni. A tal proposito la Delegazione di Borgo Val di Taro nel percorrere gli itinerari socio-gastronomici ha ritenuto di recuperare fatti e storie dei tanti valligiani che anni or sono erano emigrati nel Galles ed a Londra per costruirsi un futuro migliore, citiamo fra tutti la famiglia Manfredi e la famiglia Federici che con forza d’animo e duro lavoro hanno costruito importanti realtà in Gran Bretagna. L’emigrazione dalle nostre montagne è stata per numeri rapportata alla popolazione residente, un evento quasi biblico e che ha riguardato tutti i paesi dai più prossimi al crinale per scemare fino quasi a scomparire dove i rilievi lasciano il posto alla pianura. All’inizio le mete erano paesi vicini – si fa per dire –la Francia, il sud della Gran Bretagna, la Svizzera anche se questa solo per lavori stagionali. Poi l’emigrazione si volse oltremare verso l’America Latina e gli Stati Uniti raggiungendo per anni proporzioni impressionanti : 500.000 italiani all’anno emigravano in cerca di una vita migliore.
La Francia è stata per lo più stazione di sosta per raggiungere poi, oltre la Manica, il Galles che nell’accezione comune appariva come terra di grande opportunità. Dato che i nostri emigranti erano davvero poveri, il percorso per lo più era fatto a piedi e spesso ad ogni tappa si fermavano per cercare occasionali lavori e racimolare quei pochi soldi che loro permettessero di proseguire il viaggio. Tra questi fermatisi in Francia alcuni impararono, per lo più da connazionali, a fare il gelato e, proseguendo, portarono queste conoscenze oltre manica dove esso era una assoluta novità.
A parte i suonatori ambulanti, prime figure di emigranti in Gran Bretagna, molti dei nostri connazionali, con non pochi sacrifici, prima come aiutanti e poi in proprio, iniziarono attività legate alla ristorazione, pub, bar e simili dove si recavano, finito il lavoro in miniera o nell’industria siderurgica, le classi operaie inglesi e fornendo loro accoglienza senza limiti, svago e ristoro ben attenti a seguire i gusti degli stessi e non certo provando ad offrire piatti od altro della cucina italiana, se non il gelato…….
IN BIBLIOTECA LO TROVO: BIBLIOTECA COMUNALE DI BARDI. BIBLIOTECA MANARA BORGOTARO. BIBLIOTECA CIVICA.