VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 22. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI.(r)

HENNA BATTISTA
Pellegrino 1567
Fu Commissario di Pellegrino. Risulta da un rogito fatto a Besozzola il 1° maggio 1567 per la pacificazione dei fratelli Domenico, Contino eBattista Berzieri, ove è detto: interventu magnifici Baptista de Henna Commissarius Marchionatus Pellegrini.
FONTI E BIBL.: A.Micheli, Giusdicenti, 1925, 8.

INZANI DARIO
Morfasso 12 marzo 1901-Bore 8 settembre 1976
Figlio di Giuseppe e Caterina Moruzzi.Fu medico condotto dal 1929 al 1968 nel Comune di Bore, al servizio di una popolazione di 4000 abitanti residenti in località disagiate e isolate.Esercitò la sua professione con spirito missionario, tanto da essere ricordato soprattutto per la sua dedizione che gli meritò una medaglia d’oro di benemerenza da parte del Comune di Bore, la nomina a Cavaliere della Repubblica e il Bisturi d’oro. L’Inzani morì a causa di un collasso cardiocircolatorio.

ISTANI GAETANO
Pellegrino Parmense 1894/1912
Soldato del 34° Reggimento fanteria, fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare, con la seguente motivazione: Saputo che in fondo al Giaraba trovavasi un ferito, si offerse spontaneamente di aiutare a ritirarlo, ma, impossibilitato a trasportarlo, lo medicò, lo nascose con frasche sotto una roccia e, sotto il fuoco nemico, raggiunse il proprio reparto riferendone ai superiori (Derna, 8 ottobre 1912).
FONTI E BIBL.: G.Corradi-G.Sitti, Glorie alla conquista dell’Impero, 1937.

JACOBO DA GRAVAGO
Gravago ante 1266
È indicato con la qualifica di Magister in un documento del 1266.
FONTI E BIBL.: F. da Mareto, Indice, 1967, 489.

LABADINI BENEDETTO
Varsi ante 1538-Pavia 1550
Figlio di Guglielmo. Intraprese la carriera legale e in Piacenza lesse con successo rettorica, filosofia, istituzioni e matematiche. Pubblicò diversi libri, tra i quali I commentari alla Filotea di Bartolomeo Fumo (Milano, 1538), dedicati al conte Agostino Landi, e il trattato De cohibendis lacrymis (1544). Sono ancora da rammentare alcune sue orazioni funebri: quella per il cavaliere Casali e altra per Anna Della Veggiola.In sua lode Costanzo Landi scrisse parecchi versi latini (Alciatus nobis alter tu scilicet ille es Sospite quo sospes lingua latina fuit Incolumem igitur te numina servent Permittant longos ducere teque dies Ut studiis valeas ornare per omnibus urbem Nostram, quae penitus sit nisi fulta cadit) e per la sua morte il seguente distico: In terris benedictus eras, benedicte trahebas. Dum vitam, caelo nunc benedictus eris.
FONTI E BIBL.: L.Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 226; G.Pongini, Storia di Bardi, 1973, 200.

LABADINI DOMENICO
Varsi 1848
Medico, fu volontario nella guerra del 1848 nella 1a Colonna Parmense.
FONTI E BIBL.: U.A. Pini, Medici di Parma nel Risorgimento, 1960.

LABADINI LAZZARO
Varsi-Modena 1551
Figlio di Guglielmo e fratello di Benedetto. Ebbe la cattedra di Letteratura in Piacenza, Padova e Modena. Circa il soggiorno del Labadini in Modena, così scrive Francesco Pagnini nella sua Cronaca: Ha questa città ancora un nuovo cittadino, al quale sebben l’origine sua sia di Piacenza città celeberrima non deve però punto minor obbligo, che alli suoi antichi, ed originari cittadini, et questo è Lazzaro Labadini uomo dottissimo nelle lettere latine e greche, e di giudizio acutissimo, né men chiaro per l’integrità della vita, che per la singolare dottrina sua. Questo valentissimo uomo condotto da Principi con onorato stipendio dall’illustre e valoroso signor Ercole Rangoni alla disciplina d’Alessandro, Venceslao, Ugo suoi fiugliuoli ha con tanta felicità insegnato a tutta la città le lettere latine e greche da pochi innanzi la sua venuta quivi conosciute, ed esercitati i giovani nello studio dell’eloquenza, et poesia così greca, che latina, che sotto la disciplina sua sono riusciti quasi tutti quei, che ora dottissimi nelle lettere latine e greche e non men versati nella poesia sono passati ad altri studi, oppure hanno seguitato nei medesimi. Tra i suoi allievi vi fu il celebre Tassoni, che lo menzionò nella Secchia rapita (canto 3°): E Bazzovara, or campo di dolore, Che fu d’armi e d’amor campo fecondo, Là dove il Labadin, persona accorta, Fè il beverone alla sua vacca morta. Il Pasini dice che venne fatto cittadino di Modena per la sua singolare dottrina e che si segnalarono tra i suoi allievi il Rangoni, Giulio Montecuccoli, Grillenzoni e Pazzani. Il Labadini fu sepolto nella chiesa di SanBartolomeo in Modena.Nel 1594 vicino a lui venne sotterrato suo figlio Benedetto.
FONTI E BIBL.: L.Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 226-227; G.Pongini, Storia di Bardi, 1973, 200-201.

CONTINUA GIOVEDI’ E DOMENICA

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