VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 17. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI. (r)

GALLI ETTORE
Riviano di Varano de’ Melegari 28 luglio 1808-Monaco di Baviera 17 settembre 1841
Nacque da Mauro, luogotenente, e Barbara Ventura. Dimostrò fin dai primi anni della sua giovinezza una assai spiccata attitudine per l’arte e la musica. Ancora adolescente, senza aver ricevuto alcuna educazione artistica, si dilettò nell’eseguire ritratti, in creta o in gesso, di una notevole somiglianza e qualità artistica. Un talento altrettanto spiccato dimostrò nella musica: egli suonava, senza aver avuto maestri né insegnamenti di sorta, la chitarra francesse e la fisarmonica (che si era costruito da solo) con eccezionale maestria. Un suo lavoro di incisione suscitò grandissima ammirazione nel Toschi, che da allora gli fu sempre amico e protettore affettuosissimo, aprendogli la strada a più alte affermazioni e raccomandandolo alla benevolenza di Maria Luigia d’Austria cui fece intendere quali eccezionali frutti avrebbero potuto trarsi dal talento naturale del Galli se gli fosse stata data una conveniente istruzione nell’arte dell’intaglio. Maria Luigia d’Austria si interessò vivamente di lui e dispose che frequentasse a spese dello Stato lo studio del celebre incisore Luigi Manfredini di Milano (1836). Il Galli vi restò due anni, traendo notevole profitto dagli insegnamenti dell’illustre maestro e completando la sua preparazione di incisore e di artista. Dopo quella prima prova il Galli acquisì il prestigio necessario ad assumersi la responsabilità di tutti gli incarichi ducali, spostandosi continuamente tra Parma e Milano, dove coniava le medaglie, poiché la zecca di Parma era da tempo inattiva. Della sua attività di ceroplasta rimane, alla Biblioteca Palatina di Parma, una piccola serie di rilievi ed effigi di celebrità locali. Si tratta dei ritratti di Maria Luigia d’Austria, Paolo Toschi, Michele Colombo e Gian Domenico Romagnosi e di un autoritratto, eseguiti dal 1835 al 1841. Al Museo Archeologico Nazionale di Parma è presente una replica del ritratto di Romagnosi e due ritratti con leggere varianti della madre del Galli, Barbara Ventura, raffigurata in profilo con la cuffia semplice e orlata di pizzi, una deliziosa immagine che ha tutto il fascino del ricordo privato e della testimonianza affettiva. Maria Luigia d’Austria gli affidò il conio di numerose medaglie commemorative, tutte eseguite dal Galli con perizia e bellissimo stile: Benemeriti della salute pubblica (1836) che compensò i sacrifici e l’abnegazione di quanti si erano adoperati a favore dei colpiti dall’epidemia di colera degli anni 1835-1836, Benemeriti del Principe e dello Stato (1836), Costruzione del ponte sull’Arda (1836), Costruzione delle Beccherie Nuove (1836) e Costruzione del ponte sul Nure (1838). Le composizioni di maggiore pregio sono rappresentate dalle Beccherie e dal Ponte sull’Arda. Documentano il gusto squisito del Galli nella modellazione, sia della figura (primo soggetto) che del paesaggio (secondo soggetto), resi, pur nell’esiguo spessore del rilievo, con sorprendente verismo nella profondità prospettica degli elementi. Nell’agosto del 1841 il Galli lasciò Parma per recarsi a Monaco di Baviera presso il grande medaglista Karl Voigt al fine di sempre più perfezionarsi nella difficile arte dell’intaglio di metalli. Egli desiderava apprendere il processo chimico e tecnico, elaborato appunto dal Voigt, per dare al bronzo delle medaglie quella particolare patina che meglio protegge e conserva il metallo e, allo stesso tempo, dà ai rilievi delle figure un particolare e piacevolissimo risalto. Già cagionevole di salute, affrontò il lungo viaggio in precarie condizioni fisiche. I disagi patiti e l’acuto freddo sofferto gli causarono una violentissima febbre che, pochi giorni dopo il suo arrivo a Monaco, stroncò la sua giovane esistenza, a nulla essendo valse le pronte cure prestategli dal Voigt, che lo amava come un figlio e come un figlio lo aveva accolto nella propria casa. Pur nei limiti di un panorama ridotto dell’opera del Galli, è possibile evidenziare alcuni caratteri specifici del genere artistico: prevale la raffigurazione all’antica ma è presente anche il ritratto secondo la moda contemporanea. Accanto ai rilievi eseguiti secondo un disegno preparatorio e ai ritratti ad memoriam, vi sono anche ritratti dal vero. È rilevabile inoltre la coesistenza di rilievi autonomi e di modelli per fusioni in metallo. A eccezione dell’unica replica, il ritratto di Romagnosi, ogni cera è il manufatto originale, talvolta firmato e datato. Si tratta probabilmente del campionario del Galli, smembrato dopo la sua morte e approdato solo in parte alla Biblioteca e al Museo. Non si ha notizia dei lavori eseguiti prima dell’incontro con Toschi, avvenuto verso il 1834. Al talento naturale, valorizzato dal Toschi, si aggiunse una raffinatezza formale, insieme alla ricerca di una monumentalità intima e priva di retorica. Le testimonianze di contemporanei, quali Toschi, Pietro Giordani, Vincenzo Mistrali e Michele Lopez, concordano nell’esprimere giudizi eccellenti sia sulle qualità artistiche che sulla persona. Fornito di talento musicale, fu anche ottimo chitarrista e cantante. Costruì alcuni mantici armoniferi normali ch’ebbe nome di fisarmoniche con perfezione di struttura e maggior numero di chiavi e di voci non prima veduti né uditi, che furono presi a modello dai costruttori che seguirono. Eccellente suonatore dello strumento, si esibì con successo anche a Milano. Pietro Giordani dettò l’epigrafe che ricorda il Galli nella chiesa del Quartiere a Parma: Alla cara memoria di Ettore Galli intagliatore di medaglie i molti dei moltissimi che amarono i suoi graziosi costumi e si dolgono della morte che presto gli interruppe grandi speranze di gloria. MDCCCXXXXII.
FONTI E BIBL.: L.U. Cornazzani, Necrologia, in Gazzetta di Parma 2 ottobre 1841, 327-328; G.B. Janelli, Dizionario dei parmigiani illustri nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, Genova-Parma, 1877-1884, 176-177 e 523; R. Montali, Ettore Galli coniatore di medaglie, Parma, I quaderni della Giovane Montagna, n. 24, 1938; M. Federico, Le medaglie di Maria Luigia, 1981, 15-16; Aurea Parma 3 1992, 197-200; G. Capelli, Ettore Galli, incisore dimenticato, in Gazzetta di Parma 18 gennaio 1999, 25.

GANDOLFI PAOLO
Bardi 1779-Borgo San Donnino 17 novembre 1833
Fu allievo del collegio Alberoni di Piacenza. Divenuto sacerdote, per alcuni anni fu maestro a Bardi. Recatosi a Milano, durante l’occupazione francese seppe guadagnarsi stima, vari titoli accademici e l’onore di leggere filosofia in Varese. Fu maestro ed educataore di Tullio Dandolo. In seguito si trasferì a Como. Stampò in Firenze vari suoi lavori. Infine fu chiamato dal Governo ducale a presiedere alle scuole di mutuo insegnamento in Borgo San Donnino, per poi passare professore di filosofia nel Seminario della stessa città.
FONTI E BIBL.: L. Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 196; G. Pongini, Storia di Bardi, 1973, 205.

GARBARINI CAMILLO
-Fornovo di Taro 24 giugno 1907
Dottore. Combatté nelle campagne del 1848-1849 contro gli Austriaci. Cospirò insieme coi più noti cittadini repubblicani di Parma fino al momento dell’avvenuta unità d’Italia.
FONTI E BIBL.: L’Emilia 27 giugno 1907, n. 98; G. Sitti, Il Risorgimento italiano, 1915, 408

CONTINUA GIOVEDI’ E DOMENICA

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