DESCALZI ONOFRIO
Bardi-1816
Al principio del XIX secolo fu prevosto nella parrocchia di San Protaso in Piacenza. Fu uomo di rara eloquenza e sapere e oratore sacro distintissimo. Fu educato nel Collegio Alberoni di Piacenza insieme a Lodovico Loschi, poi vescovo, col quale gareggiò in sapere. Fu carmerlengo e prelato domestico di papa Pio VII. Morì in ancora giovane età.
FONTI E BIBL.: L. Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 162; G. Pongini, Storia di Bardi, 1973, 204.
EUSEBIO DA FORNOVO
Fornovo-1531
Frate francescano. Venne inviato con altri missionari in Germania, ove lavorò con zelo indefesso. Il padre Marcellino, nella sua Storia delle Missioni Francescane, parlando della Provincia di Boemia dice: Essa fiorì da principio di uomini grandemente apostolici, quali furono, tra gli altri, il venerabile frate Eusebio di Fornovo nel parmigiano, zelantissimo apostolo contro l’eresia.
FONTI E BIBL.: G. Picconi, Uomini illustri francescani, 1894, 440-441.
FACINO
Casanova di Bardi 1317
Le cronache piacentine riferiscono che il Facino, conte di Bardi, uomo armigero e capo di bande militari, nel 1317 giurò fedeltà a Galeazzo Visconti, entrò nel paese di Bardi con molti armati e se ne fece padrone. In seguito mantenne quel possesso in nome dello stesso Signore di Milano Galeazzo Visconti.
FONTI E BIBL.: G. Pongini, Storia di Bardi, 1973, 197
FERRARI IRMA
Pegognaga 1899-Bore 1988
Giunse a Bore nel 1927 come ostetrica condotta e lì, sposatasi con Antonio Salvi, messo comunale, svolse la sua attività per ben quarant’anni, fino al 1968. Oltre alle fazioni di Bore, che distano dal capoluogo diversi chilometri, doveva recarsi anche a Settesorelle, Vezzolacca e Castelletto, nel Comune di Vernasca, spesso a piedi o a dorso di mulo, in inverno aprendosi la rotta nella neve. Affrontò il suo impegno con volontà ferrea e con senso di abnegazione. Poté vantare il fatto che in quegli anni nessuna donna morì di parto. Per la meritevole attività svolta, l’amministrazione comunale di Bore la premiò con una medaglia d’oro.
FONTI E BIBL.: Gazzetta di Parma 24 aprile 1995, 29.
FERRARI ITALO
Langhirano 1856-Parma 1929
Figlio di Antonio e Anna Ughi. Compì gli studi a Parma, dove si laureò in medicina e chirurgia dopo essere stato allievo prediletto dei professori Inzani e Bazzini. Fu rettore delle condotte di Varenna, Langhirano e Bardi, promotore delle colonie alpine per i fanciulli, socio corrispondente della Società Felsinea pro montibus et silvis, poeta e prosatore. Per circa quarant’anni svolse la professione di medico condotto a Bardi, attività che considerò sempre come una missione. Di fertile e multiforme ingegno, fin da giovanetto si sentì attratto dallo studio delle lettere, riuscendo poeta e scrittore forbitissimo, sempre ispirato nei suoi scritti a grande amore della libertà e della patria. Strenuo esaltatore e difensore di Bardi, un paese che esercitò su di lui un vero fascino, il Ferrari fu anche un avveduto realizzatore di varie iniziative in favore della comunità, quali l’installamento di un impianto per la produzione di energia elettrica (in collaborazione con il fratello Enrico), onde poter illuminare le abitazioni private e le vie cittadine. Le opere letterarie del Ferrari sono: Italica (1884), Versi (1893), Monti e mari (1910), Per la sagra di Caprera (1925) e Pro aris et focis (1926). Fu il cantore di Pisacane, di Rosolino Pilo e di Faustino Tanara e ottenne la lode di un parco lodatore come il Carducci e di un severo spirito politico come Aurelio Saffi. Il Carducci gli scrisse il 16 dicembre 1880 raccomandandogli di curare sempre più la forma, senza la quale non v’è arte, soggiungendo: del resto lo spirito è nobile, e alta e calda l’ispirazione. Il Saffi, dicendo di avere cari pensiero e forma di un suo carme, concluse così una sua lettera indirizzata al Ferrari: l’Italia ha bisogno, per non precipitare ad irreparabile decadenza, che la virtù dei giovani le ritempri, con ogni sforzo di pensiero e d’opere, la stanca vita (1877). Il Ferrari fu sepolto nel cimitero di Bardi.
FONTI E BIBL.: J. Bocchialini, Poeti secondo Ottocento, 1925, 135, e in Aurea Parma 3 1924, 139; C. Pariset, Un medico poeta: Italo Ferrari, in Giovane Montagna 1 gennaio 1915, 1; L. Barbieri, Un precursore: il Dr. Italo Ferrari, in Giovane Montagna 4, 1920; F. da Mareto, Bibliografia, II, 1974, 428; Gazzetta di Parma 22 giugno 1979, 12; R. Lasagni, Bibliografia parmigiana, 1991, 26.
FIORI GIUSEPPE
Pellegrino Parmense 1894-Cina La Cingla 14 novembre 1915
Figlio di Ettore. Fante, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: Gravemente ferito da scheggia di shrapnell che gli produsse la morte durante il trasporto al posto di medicazione, tentò ancora, poco prima di perdere la conoscenza, di prendere il suo posto di combattimento al riparo di un sacco a terra: mirabile esempio di freddezza e di forza di animo.
FONTI E BIBL.: Bollettino Ufficiale 1916, Dispensa 69a, 2687; Decorati al valore, 1964, 104.
FIORI MARIO
Pellegrino Parmense 27 novembre 1926-Pozzolo di Bore 24 gennaio 1945
Partigiano della 31a Brigata Garibaldi Copelli, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: Valoroso combattente, con supremo sprezzo del pericolo era di esempio ai compagni di lotta. Attaccato da preponderanti forze nemiche, circondato si difendeva eroicamente finché, colpito a morte, non cadeva al suolo esanime.
FONTI E BIBL.: Bollettino Ufficiale 1963, Dispensa 46a, 3876; Decorati al valore, 1964, 104; Caduti Resistenza, 1970, 75.
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