CENNI GIUSEPPE
Casola Valsenio 1915-Stretto di Messina 4 settembre 1943
Figlio di Giovanni. Si trasferì, giovanissimo, con la famiglia a Parma. Risiedette per diverso tempo anche a Varsi. Iscrittosi all’Istituto d’arte di Parma, vi conobbe Adriano Mantelli, Alessandrini e Sirocchi e con loro attivò e alimentò la passione per il volo. Frequentò la scuola di volo a vela di Cantù e successivamente i corsi di pilotaggio preliminare voluti da Italo Balbo, entrando nell’aviazione militare con il grado di ufficiale. La sua abilità e il suo coraggio lo imposero subito all’attenzione dei superiori. Partecipò alla guerra di Spagna conquistando significative decorazioni. Abbattuto e fatto prigioniero dai falangisti, per due volte venne portato davanti al plotone d’esecuzione e poi salvato all’ultimo momento. Il trauma ricevuto gli causò una crisi del sistema nervoso che si protrasse anche quando, liberato, poté tornare in Italia. Nel 1938 il Ministero lo trasferì come istruttore alla scuola cacciatori di Castiglione del Lago. All’inizio della seconda guerra mondiale, quando la Luftwaffe cedette all’Aeronautica italiana un massiccio contingente di Stukas, il Cenni fu tra i primi piloti italiani inviati a Graz per l’addestramento: in quella occasione stupì gli stessi Tedeschi per i suoi numeri di alta acrobazia. Combatté poi valorosamente in Grecia. Promosso Capitano, nominato Comandante della 239a Squadriglia, venne inviato sul fronte di operazioni dell’Africa settentrionale. Dall’aprile al dicembre 1941 affondò decine di unità inglesi, ma fu colpito tre volte. Partecipò alla battaglia di Pantelleria e, pur con gli Stukas ormai inadatti ai duelli aerei, continuò a dare incredibili prove di audacia, di coraggio e di bravura. A Malta riuscì per due volte a colpire un difficilissimo obiettivo: un radio-localizzatore protetto da massiccia contraerea a Cala San Marcu, che sembrava irraggiungibile. Nel luglio 1942 Mussolini in persona, in una base della Sardegna, gli appuntò la sesta medaglia d’argento al valor militare. Già perduta l’Africa settentrionale e con gli Anglo-americani in Sicilia, il 5° Stormo del Cenni (che era di base all’aeroporto di Crotone) li attaccò all’alba del 4 settembre sullo Stretto di Messina: il Cenni rimase ucciso con tutti i suoi uomini. Questa la motivazione della medaglia d’oro al valor militare che gli fu concessa alla memoria: Abilissimo pilota da caccia e da bombardamento a tuffo, consumò la sua breve giovinezza per la grandezza della Patria. Sempre ed ovunque rifulsero le sue preclari virtù spirituali e professionali; sempre primo nell’azione e nel rischio, seppe, in due guerre duramente combattute, guadagnarsi ben sei medaglie d’argento e due promozioni per merito di guerra. Nelle memorabili giornate dal 10 al 19 luglio, seguito dalla assoluta dedizione dei gregari, contrastò il passo agli invasori con inesausto, aggressivo accanimento, superando ogni limite umano dell’ardimento e, in duri combattimenti con la caccia avversaria, tre volte riusciva a disimpegnare i propri gregari assaliti da numero preponderante di caccia nemici. Durante una azione di bombardamento a tuffo, nell’inferno di ferro e di fuoco della zona di sbarco dello stretto di Messina, scompariva sopraffatto dal numero. Esempio imperituro di elette virtù militari, sublime amor patrio, abnegazione ed eroico attaccamento al dovere.
FONTI E BIBL.: Decorati al valore, 1964, 144-145; Gazzetta di Parma 30 marzo 1987, 10; T. Marcheselli, Strade di Parma, I, 1988, 153-154.
CHELLA BARTOLOMEO
Pellegrino 1682
Fu Commissario di Pellegrino Parmense nell’anno 1682.
FONTI E BIBL.: A. Micheli, Giusdicenti, 1925, 13.
CHIOZZA MARIO
Grotta di Pellegrino Parmense 15 aprile-Piacenza dicembre 1997
Nato da un’umile famiglia di contadini, ebbe l’arte nel sangue, tanto che, attraverso una lenta e costante maturazione in campo musicale e artistico, riuscì, nei ritagli di tempo rubati al lavoro dei campi, a diventare prima un apprezzato fisarmonicista e poi un valido costruttore di viole e violini, autentici capolavori. Sul Chiozza fu scritto il volume Mario Chiozza splendido ultimo liutaio piacentino. La biografia, scritta da Giorgio Pipitone, che si avvalse di documenti e testimonianze orali di parenti e amici del Chiozza, fa luce sulla figura esemplare dal punto di vista umano e professionale del Chiozza.
FONTI E BIBL.: Gazzetta di Parma 18 marzo 1999, 26.
CHIUSA GIOVAN BATTISTA
Pellegrino 1673
Nel 1673 fu commissario, dottore e notaio di Pellegrino.
FONTI E BIBL.: A. Micheli, Giusdicenti, 1925, 13.
COLOMBI GUIDOTTI FERNANDO
Pellegrino Parmense 1 giugno 1892-Parma 18 luglio 1968
Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Parma, partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria. Fu decorato e venne congedato con il grado di capitano. Già da studente prese vivo interesse alle questioni politiche come dirigente del Circolo giovanile liberale Camillo Cavour e fu collaboratore del settimanale liberale. Iniziata la libera professione di avvocato nell’immediato dopoguerra, promosse la costituzione di un gruppo di avvocati e procuratori ex combattenti, assumendone la presidenza. Fu anche tra i fondatori dell’Associazione provinciale combattenti. Nel 1920, assieme a un folto gruppo di giovani reduci, diede vita in Parma al Partito liberale indipendente, di cui fu primo presidente, divenendo poi vice presidente della locale sezione del Partito Liberale Italiano unificato, carica che tenne fino allo scioglimento del partito nel 1925. In quell’epoca il Colombi Guidotti fece anche parte del gruppo Rivoluzione liberale di Piero Gobetti. Ripresa l’attività politica dopo la parentesi della dittatura fascista, entrò a far parte della Giunta popolare di liberazione del Comune di Parma per il 1945-1946. Fu candidato del Partito Liberale Italiano al Consiglio comunale e nel 1951 ottenne il maggior numero di preferenze dopo l’avvocato Scotti. Da allora la sua posizione, sia in seno al partito che nell’ambito delle attività civiche, andò assumendo sempre più importanza e prestigio. Presidente provinciale e regionale del Partito Liberale Italiano, consigliere nazionale fin dal 1946, membro del collegio nazionale dei probiviri, consigliere capogruppo della rappresentanza liberale al Consiglio comunale di Parma, fu candidato al Senato nelle elezioni del 1964 e, dopo le dimissioni del senatore Veronesi, nel marzo 1968 entrò a Palazzo Madama, primo parlamentare parmigiano del Partito Liberale Italiano nel dopoguerra. Vice presidente della Cassa di Risparmio di Parma dal 1961 al 1965, ricoprì altri importanti incarichi cittadini (fu anche giudice costituzionale aggregato).
FONTI E BIBL.: Gazzetta di Parma 19 luglio 1968, 4.
COLOMBI GUIDOTTI LUIGI
1762-Pellegrino 8 dicembre 1832
Fu notaio di Pellegrino dal 1782 al 1832.
FONTI E BIBL.: A. Micheli, Giusdicenti, 1925, 20.
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