MISTERI SCONOSCIUTI DELLA FORTEZZA DI BARDI. Scoperti gli atti di un processo tenutosi nel XVII secolo. By Giuseppe Genco – 1^ Parte. Valceno Gazzettino Bardigiano n. 11/1972.
Ho in preparazione un libro sulle vicende storiche del Comune di Bardi; in particolare sto curando una raccolta di fatti e notizie poco note. Oggi tutti ammirano il Castello, con le sue strutture ed i camminamenti e i giardini, come dimora di Famiglie illustri. In effetti lo scopo primitivo del complesso fu quello della difesa della zona circostante. In un secondo momento divenne l’abitazione vera e propria dl ricchi signori. II Castello è stato il testimone diretto di tanti e tanti eventi, ora lieti, ora tristi. Assalti, incendi, tradimenti, carestie, e persino la peste, come documentano gli atti storici. Ho avuto così occasione di consultare vari atti dell’archivio comunale per trovare dati poco noti che ml potessero servire nella mia fatica che lentamente sto conducendo a termine. Ho avuto cosi occasione di apprendere tante cose insolite, ma un fatto in special modo, mi ha profondamente sorpreso e turbato. A questo punto a necessario esporre quanto ho scoperto e che ritengo sia opportuno venga conosciuto. In un fascicolo dell’archivio storico del Castello, ho rinvenuto atti di un processo per omicidio svoltosi nel 1600. Mancano dati esatti circa l’anno, però ritengo che dire anno 1600 sia un modo per avvicinarmi il più possibile alla realtà. Ho cosi scoperto che ai piedi del Castello, abitava, esattamente in borgo Mandria, un cittadino di nome Romualdo Rossi, il quale esercitava un mestiere allora di un certo prestigio: cioè faceva il commercio all’ingrosso del sale. Da altri elementi trovati il nostro Romualdo era molto ricco. anziano e viveva con una sorella. Accadde, un certo giorno, che II nostro amico viene trovato morto, fuori Bardi, in località Carpana, con un coltello piantato nel petto, e privo della borsa con il denaro. A questo punto alcune pagine risultano illeggibili, perché il tempo ha stinto la scrittura, per cui non mi e stato possibile conoscere i dettagli relativi al modo come e stato consumato l’omicidio. Durante il processo è emerso che il Rossi, nella mattinata, aveva venduto una notevole quantità di sale a tre forestieri. Dai nomi che sono riuscito a leggere, ritengo si tratti di due genovesi e di un veneto. Tali persone sono state rintracciate ed interrogate. Dalla loro deposizione emerge che rispondeva a verità che nella mattinata avevano acquistato la partita di sale, e che avevano versato il danaro pattuito. A tale scopo presentavano regolare ricevuta a firma di Rossi Romualdo. Nei tempi passati la Giustizia era alquanto spiccia, e le torture, come le condanne a morte, erano un fatto ordinario. Dopo un trattamento a base di frustate (durato 2 giorni), I tre vengono accusati dell’omicidio del Rossi, a scopo dl rapina. Pare che i tre, in una osteria, che al tempo sorgeva fra Bardi e Compiano, abbiano dichiarato, dopo abbondanti bevute, ad altri avventori del locale, di avere trovato un facile sistema per procurarsi danaro, con poca fatica Tale confidenza era giunta agli organi di polizia, che in tal modo riteneva d aver trovati gli assassini del Rossi Tutti e tre si dichiararono però innocenti. A questo punto, manca un foglio dell’intero carteggio, per cui non mi e possibile riferire in base a quali effettive prove i tre vengono giudicati colpevoli. La pena e della morte per impiccagione, da eseguirsi entro 7 giorni, al tramonto del sole, presso il vecchio cimitero di San Siro, al cospetto de popolo per (parole testuali) insegnare il rispetto della vita e timore di giustizia. Durante i 7 giorni dl attesa vengono tenuti in catene nei sotterranei del Castello. A questo punto accade un fatto alquanto strano, e cioè i Giudici hanno del dubbi sulla colpevolezza di uno dei tre, per cui decidono — con apposita sentenza — di rinviare l’esecuzione. Seguono alcuni fogli illeggibili. Passa qualche tempo e si perviene ad una nuova sentenza. Qui il fatto strano: due vengono riconfermati colpevoli e condannati a morte, Il terzo – quello che potrebbe essere innocente avrà salva la vita a condizione che impicchi gli altri due. Li vengono concessi tre giorni di tempo per decidere se accettare oppure no. Se non impiccherà altri due, tutti e tre saranno trasferiti a Compiano e li verranno (tutti) giustiziati. A questo punto ho dovuto interrompere le ricerche per il poco tempo libero e per altri impegni. Proprio ieri sera ho ripreso vecchio fascicolo per conoscere le conclusioni della inconsueta vicenda storica ed ho ripreso la lettura del vari documenti successivi. Al prossimo numero dirò cosa ho potuto scoprire.