ANNO 1911. SOLO DUE ORE DI AUTOMOBILE DA LUGAGNANO A BARDI. IL PROGRESSO AVANZA 1^ Parte.

BARDI E IL SUO AVVENIRE – LIBERTA’ 6 OTTOBRE 1911*

BARDI. 2 Ottobre 1911.

Il tram che da Piacenza conduce a Lugagnano passava lento tra il verde dei campi e delle siepi rinfrescati dalle piogge recenti e quella lentezza dava un senso di oppressione, di pesantezza allo spirito che desideroso volava al paesello gentile accovacciato la nella conca superba: Bardi. Ecco finalmente Lugnagnano, ridente nel sole mattutino, nell’azzurro terso del cielo, nella festa delle colline circostanti nei vigneti “sull’erte arrampicati”: Ora bisogna salire il Pelizzone e di la scendere a Bardi. Dov’è l’antidiluviano trabaccolo che pochi anni or sono rompeva per ben sei ore le ossa, lasciando i poveri viaggiatori storditi dal rumore e dal traballamento delle ruote su strada petrosa? Al suo posto un’elegante automobile trasporta ora i viaggiatori a Bardi e quelle due ore di fuga a traverso le montagne hanno qualche cosa di bello di inebriante, di grandioso. Si sale, si sale su Pelizzone fino a 1200 m., e di la, da quell’altezza superba, ad una corsa vertiginosamente magnifica l’automobile guidata da un giovane forte, mano sicura, si slancia lungo il fianco scendente del monte per la strada che conduce a Bardi. D’intorno in un inno di luce e di sole, guardano i superbi monti ed il Carameto, popolato da boschi e da ridenti fresche fonti, sembra dominare, magnifico, il paesello che si scorge laggiù verso la valle. E lontano, infatti, Val Noveglia, si stende bellissima, congiungendo le sue acque a quelle del Ceno che scorrono lievi ai piedi di Bardi, quasi a vigilarlo ed a baciarlo amoroso. Ecco Bardi. Ove un tempo era squallore, erano abituri pericolanti, ora è risveglio di vita, è operosità alacre e tenace, è lavoro proficuo e forte dovunque, fuori di una salda volontà, espressione di operosità infaticabile, sorgono ville e palazzine. Ora tutto ciò che è progresso, tutto ciò che è confort, allieta e abbella il gentile paese, cui a capo gli abitanti hanno voluto il sig. Giuseppe Marzolini. Intelligente, operoso, coadiuvato efficacemente dall’On.le Amministrazione Comunale, egli ha provveduto all’ampliamento delle scuole, e alla costruzione dell’Acquedotto, opera questa veramente mirabile; ha fatto abbellire il paese facendo abbattere un’arcata che ne deturpava l’ingresso; di più si è adoperato per migliorare esteticamente l’aula consigliare ed i locali dell’Ufficio Municipale, provvedendo poi anche il paese di un nuovo Camposanto. Altre superiori innovazioni l’Amministrazione Comunale ha in animo di compiere e certo vi riuscirà giacchè serietà di propositi, tenacia di volontà, operosità e fermezza sono il distintivo di essa: dati questi di cui ampiamente ha dato prova nel rapido volgere di pochi anni, e che danno sicuro affidamento per l’avvenire. E ciò sarà per Bardi la fortuna giacchè questo paesello montano dovrà fra breve assurgere ad una meritata notorietà; gliela predicono tutte le bellezze naturali di cui è ricco, l’aria salubre, l’acqua sana, il clima mite, tutte le comodità che già fin d’ora fanno d Bardi un soggiorno desiderato e desiderabile: e certo fra non molto, questa gentile plaga potrà gareggiare con qualsiasi stazione climatica, con qualsiasi soggiorno estivo, con qualsiasi paese dove alle bellezze di natura si uniscono gentilezza di ambiente, comodità di vita, espansione franca e cordiale. Questo l’avvenire sicuro di Bardi, questo il voto dell’anima di chi sente l’amore delle nostre belle montagne, questo l’augurio mio speciale a questo gentile paese, a cui tanto affetto e tanta riconoscenza mi lega. (Paolo Giacobini).

*La Libertà è il quotidiano di Piacenza provincia alla quale ancora nel 1911 Bardi apparteneva. Fonte Articolo: Margaritelli/Ortalli/Chiappini – A proposito della Valceno. Un secolo di frammenti. –Parma – Copy&Press – 199[….]

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