La bedoniese Chiarina Moglia, ovvero “Clara Centinaro”, firma dell’Alta Moda italiana.

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Chiarina Moglia, (Bedonia 1913-Ascoli Piceno 6 agosto 1994), ovvero “Clara Centinaro”, firma dell’Alta Moda italiana, iniziò prestissimo a lavorare come apprendista sarta assieme alla sorella Maria. All’età di venti anni si trasferì a Roma, dove continuò il proprio apprendistato in alcune delle più importanti sartorie della capitale, tra le quali quella di Simonetta, da cui imparò le tecniche dell’alta moda italiana. Nel 1948 presentò a Roma le sue creazioni originali sotto l’etichetta di moda francese e nel 1952 fu nel gruppo di creatori italiani che sfilarono alla Sala Bianca di Palazzo Pitti.La sua notorietà a livello internazionale è testimoniata dalle sue clienti: Evita Peron, che dal 1949 la invitò più volte in Argentina, le mogli di vari ambasciatori, tra le quali Danielle Gardner, la moglie del Presidente della Repubblica italiana Giovanni Gronchi, molte esponenti dell’aristocrazia, come le principesse Borghese, Odescalchi e Donatella Pecci Blunt, Marta Marzotto, che

fu lanciata proprio dalla Moglia sulle pedane dell’alta moda alla fine degli anni Cinquanta, Paola di Liegi e la figlia Astrid. Nel 1970, come, riconoscimento della sua lunga attività nel mondo della moda, le fu conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica dal presidente Giuseppe Saragat e nel 1986, con la stessa motivazione, il presidente Francesco Cossiga la nominò Grande Ufficiale. Nel 1957 venne invitata dal Governo del Venezuela a una manifestazione internazionale di moda alla quale parteciparono anche stilisti francesi e statunitensi. Tale fu il successo dei suoi modelli, che la Moglia aprì una succursale del suo atelier a Caracas, creando anche l’abito da sposa della figlia del presidente Caldera. Tra le centinaia di vestiti importanti realizzati dalla Moglia per donne famose, vanno almeno ricordati quelli per la principessa Windischgraetz Furstenberg, per Shulamit Orvieto (moglie del direttore d’orchestra Daniel Oren) e per Diamante Marzotto. La Moglia disegnò anche i costumi per il balletto Il Lago dei Cigni al Teatro dell’Opera di Roma e alle Terme di Caracalla nella stagione 1990-1991. L’amore per il teatro, che ispirò i costumi dello spettacolo, si trasfuse anche nella sua collezione di alta moda per l’autunno-inverno di quell’anno, completamente ispirata all’opera e al balletto russo. Nel 1991 presentò le sue collezioni nell’est d’Europa, poi in Russia e in Australia.La Moglia è ricordata per alcune sue linee innovative che influenzarono il costume femminile: la linea a fusò (1957), quella a ombrello (1958) e la cappa-pantalone (1970). Nel 1993 il suo marchio fu acquisito da un altro noto nome della sartoria italiana, Franco e Giusi Litrico. Nel 1992 festeggiò i suoi cinquant’anni di attività nel settore. La Moglia fu una figura centrale nell’alta moda italiana dei primi anni Cinquanta. Fu una delle prime a ideare uno stile italiano in contrapposizione con la dilagante presenza dei modelli che arrivavano da Parigi e fu anche tra le prime creatrici a far conoscere il made in Italy in tutto il mondo. Conosciuto anche per i suoi abiti da sposa, il suo atelier si distinse per l’altissimo livello tecnico, tipico del migliore artigianato sartoriale italiano .Nel 1985 donò al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma l’intero suo archivio: 4533 disegni e 163 stampe fotografiche originali delle sue creazioni.

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FONTI E BIBL.: O’Hara, Dizionario della moda, 1990, 70; Gazzetta di Parma 7 agosto 1994, 32; Parma anni Cinquanta, 1997, 61.

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