VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 32. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI.

PALLAVICINO LODOVICO
Pellegrino-1562 c.
Figlio di Pietro. Viene ricordato una prima volta nel 1539. Nel 1549 fu ascritto al consiglio dei Decurioni di Pavia. Nel 1550 fu nominato tra i venticinque primari cittadini inviati quali oratori a Ferrante Gonzaga in occasione delle controversie che Pavia ebbe per titolo di precedenza con la città di Cremona. Il Pallavicino fece testamento il 13 ottobre 1561.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1841, tav. XXIX.

PALLAVICINO MANFREDO
Pellegrino-Milano 1428
Figlio di Filippone. Il 1 luglio 1422 il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli rinnovò l’investitura della terra di Specchio. Quando nel 1427 scoppiò la guerra tra i Visconti e i Veneziani, il Pallavicino prese le armi contro i Visconti, di cui divenne uno dei più animosi nemici. Il Duca di Milano mandò contro il pallavicino le sue milizie e, conquistato pellegrino, lo fece prigioniero. Il 20 agosto 1428 il Pallavicino confessò di aver organizzato una congiura contro il Duca. In seguito a ciò i Pallavicino furono spogliati di Pellegrino e molto probabilmente il Pallavicino fu strozzato in prigione.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1840, tav. XV.

PALLAVICINO PAOLO
Pellegrino 1542/1568
Figlio di Pietro. Il 3 aprile 1542 fu abate commendatario del monastero di San Lanfranco dei Vallombrosani di Pavia. In quell’epoca viveva in Milano, ove era considerato uomo molto potente, fautore del partito spagnolo. Ebbe il titolo di referendario e di protonotario apostolico. È forse quel Paolo Francesco, senatore e monsignore, cui Marco Mantova Bonavides dedicò la sua novella sull’avarizia dei principi moderni.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1841, tav. XXIX.

PALLAVICINO PELAVICINO
Pellegrino 1187/1188
Marchese di Pellegrino, fu Podestà di Parma negli anni 1187 e 1188.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1840, tav. XV.

PALLAVICINO PELAVICINO
Busseto 1205 c.-Pellegrino 1251/1268
Detto il Trovatore. Figlio di Pelavicino, signore di Busseto, e fratello di Oberto il Grande. Ebbe in eredità alla morte del padre il castello di Pellegrino, dove si stabilì dando origine al locale ramo marchionale, estintosi nel 1795. Fu, cinquant’anni prima di Dante, celebre tra i trovatori di canzoni (come erano chiamati i poeti provenzali e italiani) in quella lingua, detta romanza, che dalla Sicilia si era divulgata nelle altre regioni della Penisola. Come tale è ricordato dal Salimbene: Quia adhuc stilus noster in Parma versatur, de Pelavicinis qui cives sunt Parmae superest ut dicamus. Isti Marchiones sunt, et elegerunt sibi duarum civitatum ad habitandum confinia, scilicet Parmae et Placentiae. In Episcopatu Placentino juxta Episcopatum Parmensem habent duo Catra, scilicet Castrum Peregrini, in quo Dominus Pellavicinus habitavit, qui fuit pulcher homo, et solatiosus, et cantionum inventor, et reliquit filios plures; et Castrum Scipionis prope Burgum Sancti Donini ad milliaria quinque. In isto Castro habitavit Dominus Manfredus frater germanus supradicti Domini Pellavicini. L’Affò ne lamenta la completa perdita dei versi.
FONTI E BIBL.: I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, 1789, 74-76; F. Stroppa, Famiglie di Salsomaggiore, 1928, 20; D.Soresina, Enciclopedia diocesana fidentina, 1961, 331-332.

PALLAVICINO PELAVICINO
Pellegrino 1311/1333
Marchese di Pellegrino. Nel 1311 fu in Milano all’incoronazione di Arrigo VII, sceso in Italia per  pacificare le fazioni che la dilaniavano. In quell’occasione fu nominato cavaliere dall’imperatore. Nel 1312 passò dalla parte guelfa seguendo l’esempio di Giberto da Correggio. Tolse allora Ravarano a Manfredino Pallavicino affinché i soccorsi che i guelfi di Toscana inviarono a Giberto da Correggio avessero via libera. Conclusa la pace tra giberto da Correggio e i ghibellini, nel 1314 fu tra gli esuli che poterono rientrare in Parma. Nel 1333 fece parte della lega dei principi italiani contro Giovanni re di Boemia.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1840, tav. XV.

PALLAVICINO PIETRO
Pellegrino 1480/1497
Figlio di Giovanni e di Lucia Bojardo. Fu Protonotario apostolico. Dopo il 1480 lo si trova abate commendatario del monastero di San Lanfranco dei Vallombrosani di Pavia. Nel 1497 fu notaio apostolico e consigliere ducale presso Lodovico il Moro duca di Milano. Soggiornò lungamente nella sua abbazia di Pavia.
FONTI E BIBL.: P. Litta, Famiglie celebri, VI, 1841, tav. XXIX.

PALLAVICINO UBERTINO
Pellegrino 1251/1264
Fu podestà di Cremona nel 1251, poi nel 1259 podestà e vicario di Brescia in nome del marchese Oberto Pallavicino, che si era fatto eleggere Signore di quella città. Fu in seguito podestà di Milano (1264) in nome dello stesso Oberto Pallavicino, carica che abbandonò alla notizia della calata in Italia di Carlo d’Angiò conte di Provenza.
FONTI E BIBL.: L.Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 315.

PALLAVICINO UGOLINO
Pellegrino 1417
Marchese di Pellegrino, ne fu anche Podestà nel 1417. La carica risulta da un rogito ricevuto dal cancelliere della Pretura di Pellegrino, Antonio Greppo, in data 22 aprile 1417: Nos Ugolinus Marchio Pallavicinus Pelegrini Potestas sedens pro tribunali ad nostrum solitum bancum in causa et questione vertente in dominum Obertum de podio rectorem Ecclesiae Sanctorum Abdon et Senen de Pelegrino agente nomine dictam ecclesiam e certo Corpezza che venne condannato a rilasciare a detta chiesa una pezza di terra prativa detta in Casale. La sentenza è sottoscritta come segue: Ego Antonius Grepus de Villa Palearum scriba praefat Dni Ugolini et suprascriptis omnibus et singulis interfuerunt.
FONTI E BIBL.: A. Micheli, Guisdicenti, 1925, 6.

PALLAVICINO VISCONTE
Pellegrino 1237-1 gennaio 1317
Figlio di Pelavicino, dei marchesi di pellegrino. Fu nominato Podestà di Piacenza nel 1261 da sua zio Uberto Pallavicino che voleva avere persona di sua fiducia in una città della quale gli era stato conferito il dominio. Nel 1271 gli furono tolte le rocche di Pellegrino e di Belvedere da Alberto Scotti. Nel 1304 contribuì alla cacciata dello Scotti da parte dei Piacentini. Ma il 25 luglio 1307 lo Scotti, con l’aiuto della parte guelfa, riconquistò Piacenza, scacciandone il Pallavicino che si rifugiò a Bobbo. In seguito a un patto di conciliazione, nel 1308 il Pallavicino fu riammesso in Piacenza. Morì a 80 anni.
FONTI E BIBL.: C. Argegni, Condottieri, 1937, 396-397.

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