VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 18. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI.

GAZZI ANTONIO
Bardi 1859
Avvocato, consigliere della Suprema Corte di revisione, fu deputato all’assemblea dei rappresentanti del popolo delle provincie parmensi il 4 settembre 1859 per il collegio di Bardi. Ebbe poi otto voti per l’elezione a presidente di detta assemblea.
FONTI E BIBL.: Assemblea del Risorgimento, Roma, 1911; F. Ercole, Uomini politici, 1941,162

GAZZI GIOVANNI STEFANO
Bardi 1594
Dottore in leggi, fu giudice di collegio nel 1594. Fu poi governatore di Busseto e di Cortemaggiore e auditore di Ruota in Toscana. Nella Biblioteca Palatina di Parma si conserva manoscritta la sua opera Annotationes ad decreta et statuta Placentiae.
FONTI E BIBL.: L. Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 200.

GIARELLI CIPRIANO
Fornovo di Taro 1897-Bocchette di Mezzo 25 novembre 1917
Figlio di Giovanni. Alpino dell’8° Alpini, fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare, con la seguente motivazione: Bello esempio di valore e di fermeza, comandato di pattuglia ed aggirato dal nemico in forze, con tenacia e fermezza assicurava il ripiegamento del grosso della pattuglia, finché non cadeva da valoroso colpito in fronte.
FONTI E BIBL.: Bolletino Ufficiale, 1919, Dispensa 34a, 2413; Decorati al valore, 1964, 50.

GIORDANI BERNARDINO
Casagrande di Pessola 12 novembre 1696-Piacenza 1 dicembre 1765
Nacque da Girolamo e da Felicita Contilazzi, originaria di Vianino. Fu tenuto a battesimo da don Tommaso Costa avendo a madrina Lucrezia Giordani. Ebbe sette fratelli. Laureatosi in legge, il Giordani percorse una prestigiosa carriera amministrativa e giudiziaria: fu dapprima commissario feudale a Busseto e a Castel San Giovanni, poi dal 1732 auditore criminale in Parma. Consigliere ducale, fu anche apprezzato insegnante di Diritto, nel quale campo ebbe colleghi Paolo Politi e Giuseppe Bolzoni. Giambattista Comaschi, di Varano de’ Melegari, laureatosi in Parma nel 1742 a soli diciotto anni, fu suo illustre allievo. Quando nel 1745 il Marchese di Castellar venne in Parma per ricevere l’atto di sottomissione e il giuramento di fedeltà a nome del duca Filippo di Borbone, furono operati molti e importanti mutamenti nella Pubblica Amministrazione trovando che il buono stava negli antichi ordini spagnoli ed il cattivo negli ordinamenti austriaci. Furono ricostituiti il Tribunale della Dettatura e la Congregazione dei Ministri, quale l’aveva voluta a suo tempo il duca Francesco Farnese. Il Giordani ottenne la conferma dell’Auditorato nelle Cause Criminali. L’asportazione da Parma da parte dell’infante Carlo di Borbone dell’Archivio Farnesiano aveva gettato il catasto nel disordine più completo per quanto riguardava i confini interni ed esterni del Ducato stesso. Se ne fece immediata richiesta alla Corte di Napoli, il cui governo non si oppose, ma operò la restituzione lentamente e a scaglioni. Tra i sostenitori più convinti della necessità e dell’urgenza della restituzione di detto Archivio fu il Giordani (lettera ministeriale di risposta del 12 maggio 1752 al consigliere Giordani, nel Carteggio Borbonico, 848, in Archivio di Stato di Parma; cfr. Micheli, Le Valli dei Cavalieri, 180). Durante il governo del Du Tillot ebbro larga diffusione le imprese di monopolio. Constatata la mancanza di diverse fabbriche di prodotti manufatturieri assai richiesti, si tentò di ovviare istituendone alcune con privativa, quali il filatoio della seta (a Piacenza), una fabbrica di lastre e di vetro da fiato, una di zoccoli, alcune di ovatta e di cere. A una istituenda conceria per la lavorazione di cuoi e pelli, su proposta dell’Astier di Sant’Albano, controllore generale delle rendite e creatura del ministro, diede parere negativo il Giordani, che, d’accordo con G.M. Schiattini e Antonio Verona, dichiarò detta concessione contraria agli interessi del Ducato, non riscontrandosi in essa né utilità, né novità d’impresa (Archivio di Stato di Parma, Carte Du Tillot, 250 e 26). Poiché si sentivano molte lagnanze circa il riparto delle acque del Trebbia per uso irrigazione, un decreto del 10 gennaio 1759 ordinò la fondazione in Piacenza di un archivio di tutte le carte riguardanti i diritti e i doveri relativi di tutti gli utenti (editto a stampa in Archivio di Stato di Parma, Carte Du Tillot, C 160) e nel maggio 1765 fu pubblicato intorno a quella distribuzione un apposito regolamento preparato dal Giordani con la collaborazione del controllore Berni, noto come Regolamento provvisionale sopra le acque del Trebbia (Piacenza, 8 maggio 1765, nel Gridario in Archivio di Stato di Parma; cfr. anche lettera del Du Tillot al Berni del 5 marzo 1765 nel Carteggio d’azienda). Nell’agosto del 1765 venne mandato dal Du Tillot al Goin un piano con gli ordini relativi all’istituzione di una camera di commercio da trasmettere al Giordani, progovernatore di Piacenza, e ai Consoli delle arti per sentire e riferire i commenti del ceto mercantile affinché questi servano di lume nella direzione del negozio. Il collegio dei Mercanti, forse per gelosia dei propri poteri, espresse parere negativo, parere che il Giordani avallò. Il 10 ottobre 1765 il Giordani, ormai assurto alla carica di Governatore di Piacenza, avvisò per tempo il ministro Du Tillot, sollecitandone eventuali ordini, che era in fn di vita il vecchio vescovo Cristiani. Il Governo avrebbe voluto interferire nell’elezione del nuovo vescovo, ma alla fine decise di non mettersi in contrasto con Roma, nella considerazione che già avrebbero provocato durissime contrapposizioni gli imminenti ulteriori provvedimenti riformatori nel campo ecclesiastico. L’opera in del Giordani Piacenza fu certamente ben vista e apprezzata dalla popolazione, come fanno testo le numerose lettere che parlano dei suoi continui e pressanti interventi presso il Consiglio d’Annona e il Duca stesso perché la città e il contado non abbiano a soffrire nel campo alimentare a seguito delle difficoltà di approvvigionamento dovute a una situazione interna confusa. Il Giordani, come presidente del Supremo Consiglio Ducale prima e come governatore poi, abitò a palazzo Landi in Piacenza e ivi morì. Fu sepolto nella centrale chiesa di Sant’Ilario. Aveva fatto testamento il 25 novembre 1765 (rogito F.S. Razzetti). Dalla prima moglie, Francesca Taffurelli, ebbe tre figli: Francesco, che fu arciprete di Vigoleno, Angelo, divenuto monaco, e Maria Felicita, che andò sposa al nobile piacentino Antonio Laguri. Dalla seconda moglie, Maria Maddalena Benelani, vedova Balestrieri, ebbe Luisa e Luigi Uberto.
FONTI E BIBL.: R. Giordani, Opere scelte di L.U. Giordani, 1988, 9-14.

GIORDANI CARLO ANTONIO
Casagrande di Pessola-Bardi 1689c.
Figlio di Gianbattista e di Eleonora Cavazzuti. A differenza dei suoi congiunti, si laureò in medicina e svolse la professione medica dapprima a Compiano, dove nacquero alcuni dei suoi figli, poi a Bardi.
FONTI E BIBL.: G. Fiori, Pietro Giordani, in Archivio Storico per le Province Parmensi 1990, 185.

GIORDANI LUIGI UBERTO
Bardi 1807-1861
Figlio di Bernardino e di Luisa Farina.Durante i moti del 1831 fu inquisito e colpito da mandato d’arresto come uno dei principali ribelli.Profugo per qualche tempo, ottenne poi di poter rimpatriare, sottoposto ad alcuni precetti.In seguito fu eletto sindaco di Bardi.
FONTI E BIBL.: O.Masnovo, Patrioti del 1831, inArchivio Storico per le Province Parmensi 1937, 171.

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