LANDI POLISSENA MARIA
Bardi 1599-1679
Figlia di Federico. Signora di Bardi e di Compiano, principessa di Val di Taro, sposò nel 1627 Giovanni Andrea Doria, principe di Melfi. Con la morte della Landi si estinse il ramo familiare di Bardi e Compiano. I suoi figli vendettero il feudo nel 1682 al duca Farnese.
FONTI E BIBL.: L.Mensi, Dizionario biografico dei Piacentini, 1899, 241; P. Rameri, Polissena Maria Landi, principessa di Val di Taro, in Bollettino Storico Piacentino 67 1972, 91-94; F. da Mareto, Bibliografia, II, 1974, 596.
LANDI UBERTINO
Compiano ante 1250-1298
Fu uno dei capi dei ghibellini italiani nella seconda metà del secolo XIII. Il Landi combattè in Puglia per Manfredi, di cui sposò una figlia o stretta parente (Isabella d’Aragona). Divenne Signore di vari feudi nel regno di Napoli, tra cui la contea di Venafro. Combatté anche per Corradino e contro i guelfi della sua città e della Lombardia. Nel 1250 fu governatore di Siena, della montagna piacentina e di Alseno. Fu inoltre conte di Gravago e di Compiano. Sposò in seconde nozze Adelasia (dopo il 1265).
FONTI E BIBL.: Dizionario UTET, VII, 1958, 668; N.Luxardo – E.Scapin, in Archivio Storico per le Province Parmensi 11 1959, 25-48, e 16 1964, 55-76; E.Nasalli Rocca, in Archivio Storico per le Province Parmensi 16 1964, 77-102.
LAVANGA FRANCESCO
Bardi 1823/1831
Possidente, del 1823 fu riconosciuto appartenere alla società dei carbonari. Durante i moti del 1831 fu sottoposto a sorveglianza.
FONTI E BIBL.: O. Masnovo, Patrioti del 1831, in Archivio Storico per le Province Parmensi 1937, 180.
LEVATI ERCOLINO
Varsi 1890-6 agosto 1915
Figlio di Pietro e Adelaide Ceci. Soldato nel 112° Reggimento Fanteria, morì in battaglia combattendo valorosamente.
FONTI E BIBL.: Caduti di Noceto, 1924, 35.
LISONI ALBERTO
Fornovo di Taro 1869-Firenze 9 maggio 1915
Poeta, critico e oratore, ebbe un’intensa vita intellettuale e artistica.Insegnò lettere al Liceo Romagnosi, all’Istituto Tecnico, al Maria Luigia e al Conservatorio di Parma e a quello di Firenze.Militò nelle file liberali e ricoprì varie cariche pubbliche.Fu scrittore brioso e piacevole di storia e di cose d’arte, critico dotto e acuto e autore di drammi (Germana, La vendetta di Gaspare), di saggi d’indole varia e di manuali scolastici.Fu anche poeta e lasciò due pregevoli volumi di versi: Canti del cuore e Staglieno e Caprera (1886).
FONTI E BIBL.: Aurea Parma 6 1924, 339; B.Molossi, Dizionario biografico, 1957, 86.
LISONI ARTURO
Fornovo di Taro 1885-Parma 14 marzo 1970
Dopo avere compiuto brillanti studi al convitto Maria Luigia di Parma, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, laureandosi nel 1907 con lode.Iniziata l’attività professionale nel 1909, lo scoppio della prima guerra mondiale lo vide in linea come ufficiale di fanteria e successivamente come ufficiale di commissariato al ministero della Marina. Ripresa l’attività professionale al termine del conflitto, nel 1920 fu nominato segretario dell’Albo degli avvocati, presieduto dall’onorevole Berenini, carica che mantenne fino al 1927.Richiamato nella seconda guerra mondiale, prestò servizio all’ufficio censura del ministero della Marina. Dal 1945 fino al 1950 fu segretario dell’Ordine degli avvocati, per essere eletto presidente dieci anni dopo, succedendo all’avvocato Gustavo Ghidini. Rieletto nel 1962, mantenne la carica fino al 1964, anno in cui per motivi di salute dovette abbandonare la professione. Nel 1958 gli venne conferita a Bologna la Toga d’oro e nel 1964 una medaglia d’oro per il cinquantenario di toga .Il Lisoni partecipò alle lotte politiche come iscritto al Partito Radicale, ai tempi di Sacchi, Cortese e Cavallotti. Fu consigliere provinciale nel 1914 e deputato provinciale l’anno successivo. Fu attivissimo anche in campo universitario e rappresentò la corda fratres, adoperandosi sempre affinché nelle cariche dell’associazione riuscissero eletti i democratici .Con l’avvento del fascismo si ritirò in disparte, per riprendere l’attività pubblica dopo il 1945, allorché fu membro della Giunta provinciale amministrativa e dal 1945 al 1946 membro della commissione amministratrice della Gazzetta di Parma. Iscritto al Partito d’Azione, si ritirò definitivamente dalla vita politica allorché questo partito si sciolse .Si occupò di cause civili e penali, fu vivace e appassionato oratore e nutrì profondo amore per le lettere.
FONTI E BIBL.: L.Fietta, Parma perde un cittadino eminente, in Gazzetta di Parma 15marzo 1970, 5; F. da Mareto, Bibliografia, II, 1974, 614
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