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DAVIDE PAPETTI – VERONASERA – 21 FEBBRAIO 2017
Giuseppe Bertucci (1844 – 1926) è da sempre ricordato come il fotografo che documentò gli effetti della grande esondazione dell’Adige avvenuta a Verona nel settembre dell’anno 1882“
Giuseppe Bartolomeo Bertucci il 23 agosto 1844 non nacque a Verona, bensì a Bardi, una cittadina collinare che all’epoca stava sotto la provincia di Piacenza, oggi quella di Parma, ma il suo nome resterà per sempre legato al capoluogo scaligero. Figlio del notaio Marco Bertucci e di Felicita Rossi, la sua fu una famiglia caratterizzata da uno strenuo patriottismo in anni di dominazione austriaca. Il nonno, anch’egli notaio, subì nel 1882 una condanna a dieci anni di carcere, successivamente dimezzata, a causa delle sue idee liberali avverse al governo austriaco.
Secondo quanto riportato dal Dizionario biografico dei Parmigiani illustri, Giuseppe Bertucci abbandonò gli studi a soli 15 anni “per arruolarsi nelle truppe garibaldine. Partecipò con entusiasmo ad azioni di guerra nelle campagne del 1859, del 1860-1861 e del 1866, meritandosi una medaglia al valore”. Le imprese militari lo condussero poi a Caffaro, a Bazzecca, Mentana e infine anche alla presa di Roma avvenuta nel 1870. Per circa dieci anni della sua vita, Bertucci si dedicò dunque alla causa garibaldina, una passione vigorosa che viene testimoniata anche da un celebre ritratto fotografico che lo vede seduto su di una seggiola in legno, indossando un cappotto con appuntate tre medaglie e sfoggiando folti ed orgogliosi baffi bianchi.

Fino a questo punto, nella sua vita ancora non pare esservi traccia dell’attività che lo rese famoso in seguito, vale a dire quella di fotografo. Nel 1872 si sposò a Guastalla con Anna Achilini e dieci anni dopo, nel 1882, successivamente a una parentesi mantovana, realizzò quella che forse resta la più importante campagna fotografica della sua vita, quella relativa alla grande esondazione del fiume Adige a Verona, dove da poco si era appunto trasferito. Il lavoro gli venne al tempo commissionato dallo stesso Comune di Verona e fu volto a documentare con scrupolosità, unitamente a un peculiare gusto compositivo, gli effetti distruttivi prodotti dallo straripamento delle acque del fiume nelle zone del centro storico cittadino. In merito si legge in un articolo de L’Adige datato lunedì 2 ottobre 1882: “Tali vedute pel gusto con cui sono riprodotte e per la precisione d’ogni particolare, specialmente nel movimento dell’acqua, meritano i sinceri elogi”.
Lo Studio Fotografico di Giuseppe Bertucci a Verona era collocato proprio in prossimità delle rive dell’Adige, in stradone San Tommaso al civico 23, e fu anch’esso gravemente danneggiato dall’esondazione del fiume tra il 14 e il 17 settembre 1882. Pochi giorni dopo, il 27 settembre, a Verona giunsero in visita il Re Umberto I e il fratello Amedeo Duca d’Aosta. Entrambi furono fotografati proprio da Giuseppe Bertucci, impegnato a realizzare la documentazione fotografica dei danni riportati dal ponte Nuovo, tra le zone maggiormente colpite dalla piena. Furono in seguito proprio gli stessi Re Umberto e il Principe Amedeo ad attribuire a Bertucci, quale segno di riconoscimento ufficiale per il suo operato e “in onore della sua arte fotografica”, due spille d’oro.

Nel 1886 l’attività del nostro fotografo si espanse con l’apertura di un nuovo Studio in città, collocato in questo caso nei pressi delle Arche Scaligere. La sua attività di documentazione della vita degli abitanti e dei luoghi di Verona restò costante e capillare, coinvolgendo piazze, quartieri, ma anche scuole, o ancora gli asili per bambini, dei quali realizzò una serie di fotografie nel 1891, anche in questo caso mirando sempre a un massimo di rigore formale. Fu però nel corso di quattro anni, tra il 1890 e il 1894, che realizzò un’altra importantissima campagna fotografica, ancora una volta strettamente connessa al fluire delle acque dell’Adige. Si trattava della documentazione dei lavori di costruzione dei muraglioni che andarono ad arginare il corso del fiume per regolarizzarne l’alveo nel tratto urbano.
Bertucci realizzò 41 fotografie che successivamente furono esposte nel corso della mostra che si svolse in Gran Guardia a Verona per l’inaugurazione ufficiale degli stessi muraglioni nel giugno dell’anno 1895. Le immagini realizzate gli valsero nuovi riconoscimenti, nel 1898 in occasione di una mostra a Torino dove vennero presentate dalla stessa Cassa di Risparmio di Verona, così come anche nel 1900 quando la Camera di Commercio e la Società delle Belle Arti promossero un’importante esposizione inaugurata dal Principe Amedeo Duca D’Aosta.
